Lettera di dimissioni e saluto di Ferdinando Mirizzi

simbdea

Pubblichiamo la lettera di dimissioni dal Consiglio direttivo e di saluto di Ferdinando Mirizzi inviata alla nostra Presidente, Alessandra Broccolini, e a tutti i soci:

 

Cara Presidente, cari amici di SIMBDEA,

In vista dell’assemblea della SIMBDEA convocata per il 5 aprile p.v., alla quale mio malgrado non potrò partecipare per impegni istituzionali, connessi alla mia funzione di direttore di Dipartimento e di componente del Senato Accademico della mia Università, che in quella data mi terranno bloccato a Potenza, ti scrivo per comunicarti con rammarico le mie dimissioni da membro del Consiglio Direttivo della nostra Società, a cui sono profondamente legato come socio fondatore che, in due diverse fasi dal 2001 a oggi, ha fatto parte del Direttivo stesso, cercando sempre di assicurare un contributo di idee e una concreta collaborazione alle iniziative volta a volta programmate e realizzate.

Purtroppo sono ora costretto a fare un passo indietro perché, come ben sai, ho constatato la grande difficoltà di conciliare la mia presenza nel Direttivo della Simbdea con la mia attuale funzione di presidente pro tempore della SIAC, la Società scientifica di antropologia culturale nata a seguito della fusione tra AISEA e ANUAC, che comporta un impegno particolarmente gravoso e si aggiunge a quello di direttore di Dipartimento, con tutto il carico di responsabilità che esso comporta. Per questo, rendendomi ben conto della difficoltà di assicurare l’apporto necessario perché il Consiglio Direttivo possa esercitare con efficacia il mandato ricevuto dai soci, devo farmi da parte a favore di chi possa garantire la piena operatività di cui l’associazione ha bisogno.

Continuerò a seguire con interesse e premura le attività che saranno messe in cantiere dalla SIMBDEA, non facendo mai venir meno il mio sostegno, morale ma non solo, almeno se e quando sarà possibile, a te e agli altri amici del Direttivo. E mi adopererò, come presidente della SIAC, anche per rafforzare le relazioni tra le associazioni antropologiche attive in Italia, tra le quali la SIMBDEA dovrà rivestire il ruolo specifico di presidio e di azione nel campo di tutte le materie e le problematiche relative ai musei e ai patrimoni culturali. Sono convinto che la pluralità delle associazioni nel nostro settore disciplinare sia una ricchezza da salvaguardare, in relazione alle specificità e ai differenti campi di intervento di ciascuna, ma che insieme occorra lavorare per una loro convergenza e unitarietà su questioni comuni. Ciò rappresenta, a mio avviso, un valore irrinunciabile, per il quale mi impegnerò nei prossimi mesi attraverso l’intensificazione di forme di collaborazione, nel rispetto delle reciproche autonomie ma entro orizzonti comuni e solidali.

In questa prospettiva, alla SIMBDEA spetterà la funzione di operare nei campi di propria pertinenza sapendo di poter contare sul riconoscimento e il supporto da parte della SIAC e delle altre associazioni antropologiche. Quali saranno le forme attraverso cui rinsaldare in maniera più forte e duratura la collaborazione, se attraverso patti federativi o altro, lo decideremo insieme.

A parte ciò, la SIMBDEA ha bisogno di un rilancio con l’immissione di forze nuove, attive ed entusiaste, che sappiano accompagnare te e gli altri amici del direttivo in un processo che richiede impegno, competenza e passione. Ce ne sono tra i soci e sono convinto che l’assemblea saprà scegliere bene. Bisognerà continuare ad operare in maniera incisiva nel settore dei patrimoni culturali immateriali e negli spazi delle pratiche e delle politiche partecipative che le convenzioni internazionali hanno aperto negli ultimi 15 anni. L’associazione lo già facendo, costruendo reti nazionali e internazionali e aprendosi al dialogo interdisciplinare, necessario nel sistema dei saperi che caratterizza la contemporaneità. Ma occorrerà riprendere una forte iniziativa sui e con i musei locali, che inizialmente erano la base su cui soprattutto la SIMBDEA poggiava e che costituivano la sua forza.

Su questo terreno le difficoltà sono piuttosto evidenti e dipendono, a mio avviso, non da un mutato atteggiamento dell’associazione, quanto dalla crisi attraversata dai musei medi e piccoli, pubblici e privati, ma non statali, che la Riforma Franceschini, dopo un inizio promettente, sembra aver tagliato fuori da ogni possibilità di sviluppo. Certo, il testo della riforma che istituiva i grandi musei autonomi, da una parte, e i poli museali regionali, dall’altra, prevedeva convenzioni tra i poli stessi e i musei locali, i quali costituiscono il perno della museografia diffusa e delle pratiche rappresentative delle identità locali e del relativo stare nel mondo, ma nei fatti tali convenzioni non sono state sottoscritte, con la conseguenza che oggi la museografia nazionale è divisa in modo netto in due: da una parte i musei statali, sui sono confluiti finanziamenti anche notevoli e che sono stati oggetto di un incremento sensibile di visitatori, dall’altra i piccoli musei comunali e le collezioni private, a cui è generalmente venuto meno il sostegno delle istituzioni e che languono nell’indifferenza generale, privi dell’apporto e delle energie dei molti giovani che si sono formati nelle Università e sul campo per essere attori e protagonisti nei processi di allestimento e nella gestione delle strutture museali, a cui neanche le Regioni, con forse solo qualche lodevole eccezione, sembrano prestare attenzione.

E qui il compito della SIMBDEA si fa difficile, ma anche stimolante e carico di responsabilità nei confronti di un mondo che è tornato a reclamare una cittadinanza nelle politiche sui patrimoni culturali, la quale sino a qualche anno fa sembrava ormai acquisita e che oggi pare nuovamente essere messa in discussione da politiche attente solo a emergenze di tipo monumentale in grado di attrarre flussi di turisti sempre maggiori. Tutto ciò suggerisce la ripresa di una forte iniziativa che tenda a costruire una rete nazionale di piccoli musei, che da soli non avrebbero alcuna forza per esercitare efficacemente il loro ruolo di presidi culturali nei territori di riferimento e a cui la SIMBDEA potrebbe offrire gli strumenti, conoscitivi e operativi, per riconquistare un ruolo nella dialettica dei processi sociali in atto.

Vi e mi auguro che da un direttivo rinnovato, sia pure parzialmente, e da un coinvolgimento ampio dei soci possano derivare le possibilità di ridare all’associazione lo slancio di cui ha bisogno in una dimensione di dialogo con tutti gli altri soggetti, istituzionali e non, attivi negli stessi ambiti di azione.Con affetto e ideale partecipazione ai lavori assembleari, saluto cordialmente te, gli amici del Consiglio Direttivo e tutti i soci che saranno presenti,

Ferdinando 

Simbdea, società italiana per la museografia e i beni demoetnoantropologici.

c/o Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino
Piazzetta Antonio Pasqualino 5 - 90133 Palermo

CF: 03251180406
e-mail: segreteria@simbdea.it

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