Firenze, lo Spedale degli Innocenti: quell'oro sfacciato contro la sobrietà del Brunelleschi

[di Pietro Clemente]
Oggi (21 luglio 2016) su "La Repubblica" di Firenze Tommaso Montanari ha pubblicato un articolo (che trovate su facebook nella pagine de la Repubblica.it) in cui spara a zero contro una novità architettonica legata alla apertura del Museo degli Innocenti in Piazza Santissima Annunziata a Firenze. Ecco il titolo:

<<Firenze, lo Spedale degli Innocenti: quell'oro sfacciato contro la sobrietà del Brunelleschi>>.

Sono rimasto colpito dalla durezza e dalla nettezza dell'attacco a queste "porte d'oro" dalle quali si accede al Museo, e anche dal fatto che non parli per nulla del Museo e del restauro che ha portato alla nuova funzione pubblica dell'Istituto degli Innocenti. Anche io avevo visto e documentato queste porte, in un commento su facebook avevo 'postato' delle foto, anche un album fotografico. All'inizio ero rimasto un pò perplesso sulle 'porte d'oro', ma poi mi sono detto che esse erano laterali, che non incidevano sulla facciata e sulla visione di insieme dell'edificio, e che erano un segno di un volto nuovo e di una nuova funzione verso la città e il mondo di questo edificio: raccontare la sua storia di dolore e di accoglienza, di amore e di sfruttamento, una storia piena di fondazioni del Welfare state europeo futuro, e piena di storie di vita ancora pulsanti. Queste storie sono la nuova 'missione' del Museo, e io penso che Brunelleschi potrebbe dire "avete fatto bene a segnare sulla piazza questa nuova funzione con le porte d'oro. Tutti vedono questo edificio come un'opera d'arte, invece è una grande opera sociale, fatta per la vita della gente. E' giusto che le storie degli Innocenti vengano alla luce e siano 'notificate al mondo'". Poi ognuno ha i suoi gusti, forse potevano essere più d'argento che d'oro, potevano anche non esserci, ma da qui a dire che si tratta di una violenza che colpisce e trasforma un'opera d'arte sfregiandola, ci corre. Ho sentito questo articolo di Montanari come traversato da una violenza animosa e da una concezione dell'arte che - da antropologo - non mi sento di condividere e che trovo piuttosto conservatrice. Ecco le porte d'oro (così terribili e blasfeme) nelle mie foto. Vedete voi.

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