Come un Albero - Museo dello sguardo sulla disabilità

 “Come un Albero - Museo dello sguardo sulla disabilità” è un originale museo di narrazione di impronta demoetnoantropologica.

La sua mission è mostrare la disabilità, soprattutto quella di tipo intellettivo, da un punto di vista culturale, mettendo in evidenza i diversi sguardi che la de-finiscono.  

Il patrimonio narrativo del Museo è di tipo immateriale (storie di vita, testimonianze orali, racconti etnografici, ma anche stralci di romanzi, articoli di giornale, documenti) frutto di diversi anni di ricerche etnografiche sul campo, ed è disseminato e nascosto nei diversi ambienti che - riprendendo quelli di una casa - caratterizzano l’insolita location.

 

La scelta di un’ambientazione di tipo domestico con un arredamento contemporaneo è stata centrale nell’elaborazione del progetto museale per diversi motivi: 

  •           è un implicito rimando all’impostazione tradizionale dei musei demoetnoantropologici – dove spesso il focolare domestico è centrale a livello scenografico - nel tentativo di realizzare una rappresentazione etnografica della cultura e dello sguardo contemporaneo sulla disabilità; 
  •           è un modo per riflettere – in un museo che non espone, ma nasconde - su come questo sguardo abbia delle ricadute nella vita delle persone con disabilità e dei loro familiari a un livello che resta sostanzialmente intimo e vissuto nella sfera del privato;
  •           ma soprattutto è una cornice metaforica che permette di affrontare in ogni specifico ambiente un particolare argomento/sguardo sulla disabilità: il pre-giudizio, nell’ingresso; il linguaggio e le parole, nel soggiorno; i diritti e il concetto di ospitalità, nella sala da pranzo; gli ingredienti per una buona narrazione, in cucina; i riti di purificazione, in bagno; il tema dell'autonomia e dell'adultità mancata dei "ragazzi", nella camera da letto.

 

All’inizio del percorso il visitatore riceve delle chiavi di casa/di lettura del luogo e attraverso alcuni comuni oggetti di arredo – un comò, uno specchio, un divano – viene invitato a scoprire racconti, a curiosare e ad aprire cassetti, a lasciare una testimonianza. Ma soprattutto viene invitato a riflettere sul modo in cui oggi le persone con disabilità, soprattutto quelle con disabilità di tipo intellettivo, vengono ancora de-finite. 

 

A questa lettura critica del Museo fa da contraltare l’ambiente pro-positivo ed inclusivo del Bistrot dell’Associazione “Come un Albero”, con cui il Museo condivide la stessa location ma in orari diversi di apertura. Poiché infatti all’ora di pranzo il Museo chiude mentre apre il Bistrot, il visitatore durante il percorso museale ha l’opportunità di osservare e conoscere meglio il progetto di gastronomia sociale e di inserimento lavorativo che lo caratterizza e che coinvolge anche persone con disabilità intellettiva, di interagire con lo staff della cucina e della sala, di capire del perché di alcune scelte progettuali, nel tentativo di costruire – tutti assieme, nessuno escluso – un modello di inclusione sociale.

In questo senso il progetto nel suo insieme viene presentato oggi con il nome di Museo Bistrot, proponendosi come concept innovativo nel coniugare la pratica museale con quella sociale, valorizzandole entrambe e, allo stesso tempo, superandole in una dimensione comune di tipo esperienziale ed immersivo, oltre che narrativo.

 

L’ingresso individuale è gratuito.

Per scuole e gruppi sono previste visite guidate previo contributo al progetto.

 

Per ulteriori informazioni e prenotazioni: casamuseo@comeunalbero.org 

www.comeunalbero.org

Facebook: Museo dello sguardo sulla disabilità

 

Come un Albero - Museo dello sguardo sulla disabilità

Via Alessandria 159A, Roma

Tel. 06.45432789

 

 

MAV - Museo dell'Artigianato Valdostano di tradizione

Un museo per preservare la cultura artigianale valdostana


Il museo

Il MAV– Museo dell’Artigianato Valdostano di tradizione è un museo dedicato all’artigianato valdostano di tradizione, espressione della cultura di un piccolo territorio di montagna e portatore di un patrimonio materiale e immateriale dalle radici millenarie.

Recentemente sottoposto a una totale rivisitazione dei suoi spazi e contenuti per offrire al pubblico una nuova visione dell’artigianato, il museo racconta la millenaria cultura artigianale valdostana attraverso un percorso di indagine dei patrimoni artigianali e invita ad una riflessione sul valore della tradizione oggi.

Il percorso di visita è suddiviso in sei aree tematiche:

·       la memoria, come “tessuto connettivo che unisce l’individuo alla comunità”, attraverso l’esposizione dell’intera Collezione Brocherel i cui oggetti si raccontano come produttori di memoria;

·       la materia e lo stretto rapporto tra il territorio, la materia prima e l’artigiano;

·       la forma, ciò che nasce dall’incontro tra artigiano, gesto e materia;

·       il gesto, ossia la manualità pura di cui gli artigiani sono portatori, un patrimonio immateriale di conoscenze unico;

·       l’avanguardia, come capacità creativa di andare oltre il proprio tempo;

·       la bellezza, come riflessione sul giudizio estetico individuale, oggettivo o sociale di un insieme di oggetti.

Il rinnovato percorso espositivo accompagna i visitatori in un viaggio ideale nel mondo dell’artigianato del passato e del presente invitando il pubblico a guardare al di là dell’oggetto-simbolo per scoprire la varietà di forme, gesti e capacità visionaria che sono l’essenza del fare artigianale.


Le collezioni

Il MAV ospita oltre mille oggetti di cultura materiale tra manufatti d’uso (XVII-XX secolo) e sculture (XIII-XXI secolo) di collezioni pubbliche e private. Il nucleo iniziale è costituito dalla collezione dell’Institut Valdôtain de l’Artisanat de Tradition, composta da circa 300 oggetti selezionati dal secondo dopoguerra ai nostri giorni tra le opere più significative degli artigiani valdostani a cui si sono aggiunte opere della Soprintendenza per i Beni e le Attività Culturali della Regione Autonoma Valle d’Aosta e di collezionisti provati. La collezione di maggiore interesse esposta al MAV è certamente la Collezione Brocherel, di proprietà della Fondazione Torino Musei, composta da oltre 500 opere frutto della grande opera collezionistica di Jules Brocherel.

Il Centro di ricerca

Il centro di ricerca del MAV promuove e diffonde la conoscenza della storia, passata e presente, dell’artigianato valdostano. Questo obiettivo viene perseguito da una parte attraverso l’apertura al pubblico di una biblioteca tematica con oltre 300 volumi sull’artigianato, un fondo fotografico e filmico, interviste e documenti. Questo grande patrimonio di documenti è a disposizione di ricercatori, artigiani o appassionati che si dedicano ad attività di ricerca nel campo dell’artigianato.

Il centro studi promuove e divulga inoltre studi e ricerche nel settore dell’artigianato incentivando la collaborazione scientifica fra ricercatori italiani e stranieri, università e altri centri di ricerca. Il centro organizza incontri e conferenze e incontri divulgativi su argomenti di valenza scientifica.


L’attività educativa

Da anni il MAV porta avanti anche un’intensa attività educativa rivolta alle giovani generazioni. Attraverso una didattica manuale e esperienziale il museo fa conoscere ai più piccoli materiali, tecniche e oggetti attraverso la sperimentazione in prima persona del fare artigianale.

Imparare attraverso il fare è da sempre il fondamento dell’attività didattica del MAV. Il museo sostiene fortemente l’importanza del ruolo educativo dei luoghi di cultura che, in quanto custodi di un patrimonio, devono favorirne la conoscenza da parte della comunità e in particolare delle generazioni future.

Il museo porta quindi avanti un’intensa attività didattica, rivolta ad adulti e bambini, scuole e famiglie, che fa dell’esperienza il veicolo principale della conoscenza. In particolare l’offerta educativa per il giovane pubblico pone il bambino quale protagonista della scoperta museale con attività che stimolano la sua manualità e creatività. Attraverso il fare i più piccoli conoscono il patrimonio artigianale conservato al museo e si rendono capaci di una visione più consapevole del panorama artigianale oggi. Nelle attività didattiche vengono proposte attività con tematiche e lavorazioni differenti che portano alla realizzazione di un piccolo oggetto di artigianato. Tuttavia non è il risultato il fulcro dell’attività educativa quanto il processo, l’esperienza che i bambini si portano a casa.

Per portare avanti questa missione educativa il MAV ha un vero e proprio atelier a misura di bambino con banchi da lavoro e attrezzi del mestiere nel quale si può tessere la lana con piccoli telai oppure lavorare il legno con seghe, trapani e martelli. Un laboratorio del fare che guarda alle nuove generazioni e alla loro educazione senza dimenticare che il patrimonio artigianale non è fatto soltanto di oggetti, ma di quella cultura materiale e immateriale di cui questi ultimi si fanno portatori.


Tariffe

Ingresso intero: € 8,00

Ingresso ridotto: € 5,00

gruppi composti da almeno 25 persone, over 65, ragazzi 19-25 anni, studenti universitari, enti convenzionati, ticket accordati

Ingresso ridotto plus: € 3,00

scolaresche, gruppi accompagnati da guide accreditate

Ingresso gratuito

Bambini e ragazzi 0-18 anni, portatori di handicap con certificazione legge 104/92 e accompagnatore, insegnanti e accompagnatori delle scolaresche, guide turistiche accompagnatrici dei gruppi, giornalisti nell’esercizio della loro professione, possessori di Abbonamento Musei, membri dell'ICOM, personale del Ministero della Cultura e membri del Consiglio superiore dei Beni Culturali, membri organi istituzionali e personale dipendente dell'IVAT, ricercatori o personalità in visita in Valle d’Aosta autorizzati da parte della direzione

Visita guidata: € 12,00 intero, € 3,00 ridotto

comprensivo del biglietto di ingresso al museo (per un gruppo di minimo 10 e massimo 25 persone).

Biglietto MAV + castello di Fénis: 11€ intero, 9€ ridotto

Il biglietto unico è acquistabile alla biglietteria del castello o sul sito MidaTicket ed è valido solo per la giornata in cui è stato emesso.

 

MAV – Museo dell’Artigianato Valdostano di tradizione

 Fraz. Chez-Sapin, 86 - Fénis, Valle d’Aosta

+39 0165 1835120

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www.lartisana.vda.it

fb : @mav.valledaosta

ig : @mav_valledaosta

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Associazione per il Laboratorio di Saturnana O.d.V

L’ “Associazione per il Laboratorio di Saturnana O.d.V”, dopo aver stretto un Patto di collaborazione con il Comune di Pistoia, propone  i percorsi didattici e l’attività culturale e associativa in un ambiente rinnovato e riordinato, perseguendo le finalità educative e metodologico-didattiche che la caratterizzano.

L’azione didattica che verrà promossa avrà un più marcato carattere operativo.

In tale contesto il Museo, con  annesso al laboratorio didattico,  con i suoi oggetti e documenti sarà assunto come testimonianza di un sapere e di conoscenze prodotte nel passato, ma anche come strumento per produrre nuovo sapere.

Pertanto ciascun elemento dell’insieme museo sarà oggetto di studio e strumento per studiare.

Nel Museo ci sono molte “cose” da vedere, da toccare, da manipolare e da rappresentare.

L’oggetto diventa parte integrante dello studio di un fatto, di un evento, di una espressione culturale.

Per questo quello di Saturnana non sarà solo un Museo da vedere, ma soprattutto da “toccare”; non verrà sollecitata e facilitata una fruizione statica ma un utilizzo del tutto “laboratoriale” e partecipato.

Contatti

Monica Gelli  cell. 3338264415    

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Monti Maurizio cell.3472442509

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MET – Museo Etnografico degli Usi e Costumi della Gente di Romagna

Il Museo, inaugurato nel 1981, nasce dal paziente ed appassionato lavoro di raccolta promosso ed attivato, dalla fine degli anni '60, da un gruppo di volontari. Nel 1973 tale gruppo si organizzò in un "Comitato Etnografico", sotto la direzione di Giuseppe Sebesta (etnografo e museologo allora direttore del Museo degli Usi e Costumi della Gente trentina), con lo scopo di gettare le basi scientifiche per la costituzione di un museo. Risale al 1971 il primo documento che cita il museo quale progetto e prospettiva ed al 1973 la delibera di Consiglio Comunale che istituisce il museo.

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Ecomuseo della Montagna Pistoiese

 

 

 

 

 

Ecomuseo della Montagna Pistoiese

In Toscana a passo lento

 

Nato dalla volontà della Provincia di Pistoia e attivo dal 1990, l’Ecomuseo della Montagna Pistoiese è stato il primo Ecomuseo in Italia, un progetto innovativo, premiato con Targa d’oro a Parma come miglior esempio di valorizzazione dell’Appennino.

Dal novembre 2011 ha raggiunto il suo assetto definitivo trasformandosi in Associazione Ecomuseo della Montagna Pistoiese, con sede legale a Gavinana nell’antico Palazzo Achilli, partecipata dai Comuni di Abetone Cutigliano, Marliana, Pistoia, Sambuca, San Marcello Piteglio, Provincia di Pistoia e Diocesi di Pistoia.

L’Ecomuseo della Montagna Pistoiese opera come un efficace strumento per leggere il territorio e far emergere lo stretto legame che nel corso dei secoli si è instaurato tra l’ambiente e l’uomo che intelligentemente ha saputo sfruttarne le risorse primarie, l’acqua ed il legname, per dare vita a luoghi di importanti attività produttive, diventati oggi come allora elementi identificativi di un intero territorio.

Il visitatore è coinvolto in una lettura storico-culturale che permette di scoprire, attraverso un sistema di sei itinerari, tipiche tradizioni tuttora presenti: mulini ad acqua, ghiacciaie, ferriere, tesori artistici e un patrimonio naturalistico unico nel suo genere, tra boschi secolari e laghi di origine glaciale.

Durante tutto l’anno l’Ecomuseo offre laboratori educativi incentrati sulle capacità manuali e intellettive specifici per le scuole di ogni genere e grado ed attività ludico-ricreative per bambini, mostre temporanee ed incontri culturali legati alle tradizioni storiche e naturalistiche dell’Appennino Pistoiese, rigeneranti passeggiate dedicate alle famiglie, agli appassionati del trekking e della mountain bike con Guide Ambientali Escursionistiche e visite guidate ai poli museali che raccolgono al loro interno preziose testimonianze degli antichi mestieri che si svolgevano un tempo sulla Montagna Pistoiese (mugnai, fabbri, ghiacciaioli, carbonai, scalpellini).    

 

 

Itinerario Naturalistico -  Orto Botanico Forestale di Abetone (Via del Brennero 49, Abetone )

                                                 Museo Naturalistico Archeologico Appennino Pistoiese (Via Orange, Gavinana)

Itinerario della Vita Quotidiana - Museo della Gente dell'Appennino Pistoiese (Via degli Scoiattoli, Rivoreta)

                                                               Via della Castagna e del Carbone (Orsigna)

Itinerario d'Arta Sacra e della Religiosità popolare - Museo Diocesano e Cappella della Compagnia del SS Sacramento (Piazza della Chiesa, Popiglio)

Itinerario del Ferro - Ferriera Papini (Via del Mulin Vecchio, Maresca)

                                       Museo del Ferro e Giardino dell'Energia Rinnovabile (Via La Piana, Pontepetri)

Itinerario del Ghiaccio - Ghiacciaia della Madonnina (Via Modenese SR 66, Loc. Le Piastre)

Itinerario della Pietra - Riserva Biogenetica e Insediamento Medievale di Acquerino 

                                             Via Francesca della Sambuca 

Punto Informativo centrale Palazzo Achilli (Piazzetta Achilli 7, Gavinana) 

 

Orari di apertura ordinari disponibili su www.ecomuseopt.it

Visite guidate straordinarie su prenotazione per scuole e gruppi 

 

Per info e prenotazioni

Ecomuseo della Montagna Pistoiese 

N. Verde 800 974102; P. Achilli 0573 638025

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www.ecomuseopt.it

FB/IG ecomuseopt

 

Museo del Giocattolo Tradizionale della Sardegna

Inaugurato il 14 dicembre del 2002, il Museo è stato istituito formalmente con deliberazione della Giunta Comunale n. 63 del 21.5.2003. Esso è situato nel centro abitato di Zeppara, piccola frazione del Comune di Ales (OR). Il museo si propone di diffondere la cultura del gioco nel mondo agropastorale attraverso l’esposizione dei giocattoli “fatti in casa”, costruiti con i soli materiali che l’ambiente circostante offriva. L’idea nasce da un lavoro di ricerca realizzato nella Scuola Media Statale di Ales durante il triennio scolastico 1993 – 1996, nell’ambito delle attività aggiuntive del tempo prolungato. La ricerca, coordinata dal prof. Nando Cossu col supporto scientifico dell’Istituto di Storia delle Tradizioni Popolari della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Cagliari, ha interessato diversi comuni del territorio ed ha coinvolto sia gli alunni che le rispettive famiglie.

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TrasiMemo - Banca della memora del Trasimeno

TrasiMemo (PG) www.trasimemo.it

TrasiMemo Banca della memoria del Trasimeno è un progetto di innovazione culturale capace di trovare risposte imprenditoriali sostenibili e competenze “nascoste” nel territorio, basato su un patto tra cittadini che si prendono cura del loro patrimonio, istituzioni e professionisti dei beni culturali. Uno strumento di marketing “utopico” che permette di riflettere su produzioni culturali e su scenari artigiani, altrimenti marginali. Attraverso una stretta collaborazione tra molteplici competenze, partendo dalla partecipazione dei soggetti coinvolti, sono stati realizzati allestimenti museali (reali e virtuali) basati sulla comunicazione visiva e multimediale, finalizzati a creare un percorso emozionale alternativo e plurale. Le memorie dei saperi e delle pratiche artigianali sono “messi in scena” come risorse concrete per il futuro professionale, quindi vitale del Trasimeno, nonché come elemento costitutivo di coesione delle comunità locali. In questo processo di auto-riscoperta del rapporto con i propri “spazi di vita”, i visitatori sono accolti, attraverso i racconti e le testimonianze dei protagonisti, come un prisma di riflessione sulle potenzialità territoriali, oltreché come interlocutori per tutte le possibili forme di sviluppo locale futuro.

L’obiettivo di TrasiMemo è promuovere spaccati di “cultura” del Novecento attraverso la fruizione di uno spazio “immersivo” che mette in valore attività produttive e artigianali legate alle tradizioni di ieri e di oggi: oggetti e saperi del passato –ormai presenti solo nei ricordi –, pratiche del presente, strumenti da lavoro degli artigiani, dialogano fra loro attraverso le voci dei protagonisti. TrasiMemo non è uno spazio di conservazione, saturo di oggetti in vetrina, che raccoglie e conserva allo scopo di “contemplare” un passato idealizzato; è invece uno spazio aperto, collaborativo, interattivo, dove il patrimonio “esposto”, composto di ricordi, memorie personali e familiari, testimonianze, si rivitalizza per guardare al futuro. L’esposizione prefigura una relazione partecipativa con i visitatori; uno spazio di interazione ludica e conviviale, che stimola l’esperienza conoscitiva e facilita l’apprendimento. TrasiMemo è un luogo “di tutti” e “per tutti”: è degli artigiani e di chi ha memoria dei saperi locali; è delle persone che abitano il territorio e che in esso continuano a pensare spazi di lavoro e di vita; è dei professionisti del patrimonio che, attraverso la ricerca, provano a tutelare le forme del ricordare, sistematizzandole in narrazioni per il futuro; è dei visitatori che decideranno di attraversare la zona del Trasimeno conoscendo meglio il rapporto tra i suoi abitanti, i suoi paesaggi e le sue risorse locali. Dal 16 aprile 2014 è possibile visitare dal web la Banca all'indirizzo www.trasimemo.it e in via Sensini a Paciano (PG), presso Palazzo Baldeschi. I progetto nato anche dalla collaborazione fra la Scuola di specializzazione in beni demoetnoantropologici dell'Università degli Studi di Perugia (Convenzionata con le Università di Basilicata, Firenze, Siena e Torino), il comune di Paciano oggi è una mobile esperienza di gestione comunitaria dei beni culturali, una proposta di sviluppo locale, un museo civico, un archivio e un laboratorio di saperi artigiani, un approdo per gruppi e singoli che desiderano impegnarsi nel campo del patrimonio culturale, un'esperienza di welfare culturale, un luogo di ricerca e di etnografie partecipate e altro ancora.

 

Museo della civiltà del vino primitivo

Musei piccoli e grandi, luoghi speciali dove si imparano a conoscere aspetti nuovi del proprio territorio o dove si esplorano con sguardi diversi quello che abbiamo sotto gli occhi ogni giorno. Sono i musei che parlano del territorioe delle comunità attraverso gli oggetti, le immagini e le voci di chi li ha creati e usati: mostrano un mondo della cui esistenza, spesso, non si sospetta neppure, fatto di lavoro, di cucina e vino, di feste, di musica, di tecniche e di esperienza, di abiti della festa e di tutti i giorni, di culture lontane arrivate sino a noi in tanti modi. Musei speciali, quelli che gli antropologi chiamano musei DEA, DemoEtnoAntropologici.

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Museo Laboratorio della civiltà contadina e degli antichi mestieri

Un palazzotto a corte, ristrutturato, che risale, nella parte sottostante, al XVI secolo , ospita in 500 mq. il Museo-Laboratorio della Civiltà Contadina. All'interno sono stati ricostruiti gli ambienti ed i mestieri di un tempo, legati non solo al lavoro dei campi ma anche alle attività artigianali che si svolgevano negli antichi rioni materani: arrotino, sellaio, calderaio, ciabattino, fornaciaio, conciapiatti, panieraio, cavamonti, muratore, fabbro, mastro d'ascia, ebanista, sarto, conciapelli, barbiere, scalpellino.

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Simbdea, società italiana per la museografia e i beni demoetnoantropologici.

c/o Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino
Piazzetta Antonio Pasqualino 5 - 90133 Palermo

CF: 03251180406
e-mail: segreteria@simbdea.it

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